Piera Bianco

Quando
Dal 7 al 29 maggio 2022
negli orari di apertura del locale

Dove
Bar Duomo Agorà
piazza Cattedrale 5
Ferrara

Alla ricerca del legame perduto

Ciò che in noi è ferito chiede asilo alle più minute cose della terra.

“La presenza pura” di C. Bobin

La mia presenza nell’ambiente (con le sue radici nell’acqua, nell’aria, nella terra e nel fuoco) vuole essere una figura umile, silenziosa, minuta. Una pura presenza che non vuole disturbare ma cerca un legame, un rifugio, una consolazione o delle risposte a propri quesiti e magari trova quello che cerca.

Bio

Mi chiamo Bianco Piera, sono nata a Cento nel 1973 e ho fatto studi in ambito economico – finanziario. Nutro la passione per la fotografia fin da bambina ma solo da alcuni anni, mi sono ritagliata il tempo di imparare a fotografare con più consapevolezza. Dopo la partecipazione nel 2015 al corso base, ho iniziato a frequentare il circolo fotografico Fotoclub “Il Guercino” di Cento di cui sono membro dal 2015 e Segretario dal 2017. Grazie al circolo ho trovato un gruppo di amici che condividono la mia stessa passione, ho conosciuto altri fotografi dei circoli vicini con i quali è molto importante confrontarsi e relazionarsi.
La mia esperienza e ricerca nel mondo della fotografia mi ha portato fin da subito in una direzione che è quella delle emozioni. Dopo aver appreso le nozioni tecniche mi son resa conto che quello di cui ho bisogno è la capacità di percepire e catturare le emozioni, la capacità di ascoltare e osservare per poi cercare di trasmettere attraverso i miei scatti. E questo modo di approcciarmi alla fotografia lo ritrovo in tutti i generi che ho sperimentato dallo sport al ritratto, dalla street al paesaggio. Viene definita anche fotografia emozionale quella che dovrebbe catturare e raccontare le emozioni dei soggetti ritratti.
Così che, nel mio percorso, dal ritratto, sono passata all’autoritratto, usandolo come strumento d’indagine interiore tanto da diventare un momento di ricerca, di comprensione, di esternazione di una sensazione. Credo che guardare un autoritratto sia come osservare una piccola parte di anima, quella che l’autore ha deciso di mostrare; è per questo che non è semplice denudarsi davanti al mondo, scoprire le proprie debolezze e lasciare percepire agli altri i propri più intimi pensieri, ma è estremamente liberatorio. La fotografia mi permette di trasformare i miei timori, le sensazioni in immagine, mi svuota la testa e mi rende leggera. Trovarsi davanti all’obbiettivo da soli può essere terrificante, aumenta la vulnerabilità ma permette un’autoanalisi delle emozioni più profonde.