Liza Ambrossio

The Rage Of Devotion (2008-2018)

“Qualche tempo fa ho deciso di cambiare la mia vita nel modo più straordinario possibile. Mi sono guardata dentro e ho casualmente ricordato la frase che mia madre mi ha detto l’ultima volta che ci siamo viste, quando avevo 16 anni: ‘Ti auguro tutto il bene e, credimi, spero che tu diventi così forte e coraggiosa da riuscire ad essere spietata quando arriverà il momento in cui sentirai il tuo corpo distruggersi e la tua anima schiacciarsi, la prossima volta che ci rivedremo’. Dopo una travolgente crisi emotiva, ho iniziato questa serie di immagini mescolate a tele pittoriche e foto dal mio archivio famigliare per invitare l’osservatore ad immergersi nella mia psicologia”.
The rage of devotion è un progetto voodoo capace di ricostruire una parte della storia personale e contemporanea di molte donne, desiderose di emanciparsi dalle strutture sociali, che si sentono cucite addosso. Attraverso la narrazione, alcuni esercizi di manipolazione psicologica, contromisure, autoritratti e associazioni d’immagini sviluppate dall’adolescenza all’età adulta, Ambrossio costruisce una narrazione rappresentativa della storia della sua follia e del riflesso del caos nel suo paese d’origine. Il suo lavoro è una risposta alla maledizione della madre e ha implicato un’indagine approfondita sui suoi antenati la quale ha rivelato che le donne della sua famiglia hanno praticato stregoneria con il desiderio di danneggiare altre donne.
La stregoneria è anche una forma di difesa psicologica dai simboli del machismo che spesso degenera, come nel caso della sua famiglia, nella follia, depressione e schizofrenia. Gli effetti discendono dalla sindrome della cattiva madre, studiata dalla psicoanalisi ed ereditata epigeneticamente; nelle sue immagini, le donne sono rappresentate come esseri immortali ed immorali con poteri soprannaturali, che rimarcano il loro simbolismo attraverso maschere, occhi, ragni, acqua, sangue e fuoco. Sono intelligenti ed angoscianti. Mentre gli uomini sembrano sempre a rischio. Nelle storie di Liza Ambrossio, il femminile è minaccioso perché seduce e, nella poetica della seduzione, divora.

ENG
«Some time ago I decided to change my life in the most extraordinary way possible. I looked inward and unintentionally remembered the phrase my mother told me the last time I saw her when I was sixteen years old-“I wish you well, and believe me, I hope you’ll become strong and brave, so you can be merciless when the time comes to destroy your body and crush your soul the next time we see each other ”After an overwhelming emotional breakdown, I began this series of images intermingling with pictorial canvases and photographs from my family archive to invite the observers to immerse themselves in my psychology»The rage of devotion is a voodoo project capable of reconstructing a part of the personal and contemporary history of many women willing to emancipate themselves from the social structures that have been predisposed to them. Through the written narrative, exercises of psychological manipulation, counter spells, self-portraits and associations of images developed from adolescence to adulthood, Ambrossio builds a representative narrative of the history of her own madness and the reflection of chaos in her home country. Her work is the response to a curse by her mother, it implies an extensive investigation of her ancestors and reveals that the women in her family have practiced witchcraft with the desire to harm other women. Witchcraft is also a form of psychological defense against some symbols of machismo, but over time has degraded, in the case of her family into madness, depression and schizophrenia. The effects come from the syndrome of the bad mother investigated by psychoanalysis and inherited epigenetically. In her images women are represented as immortal and immoral beings with supernatural powers, who mark their personal symbolism through masks, eyes, spiders, water, blood and fire. They are intelligent and distressing. While men seem to always be at risk. In Ambrossio’s stories, the feminine is threatening because it seduces and in the poetics of its seduction it devours.