Marco Sconocchia

We Could Be Heroes

I pub più malfamati, gli zingari irlandesi, i gruppi di estrema destra, le case popolari e i tossici di crack: ‘We Could Be Heroes‘ è la Londra di Marco Sconocchia, che ha vissuto sei anni nella capitale britannica, esplorando la working class e il sottoproletariato londinese nei suoi luoghi più crudi e reali.

«Il mio è un viaggio nella Londra sotteranea, incontrando alcol, violenza, politica, case popolari: ha lo scopo di portare l’osservatore in situazioni che la città più fotografata d’Europa non offre volentieri, alla ricerca delle storie più nascoste di Londra».

«Nelle notti londinesi ho cercato di vivere le storie degli altri, dei diamanti grezzi che ho incontrato, in una costante e meticolosa ricerca dei demoni altrui che ben convivono con i miei. Il mio lavoro è un tuffo in una Londra sotterranea, calpestata e ignorata, fedele a se stessa nonostante tutto il resto sia in continuo cambiamento».

«Il punto di partenza è il pub, la mia botola d’accesso verso un mondo che amo. L’unica regola che ho imparato in questi anni è che non bisogna mai parlare di calcio, religione e politica con persone che non si conoscono, soprattutto mentre si sta bevendo. Regola che ho sempre infranto. Lo stile delle mie foto è molto semplice: diaframma chiuso, flash frontale e messa a fuoco sugli occhi. Un setup che mi permette di concentrarmi sulla situazione più che sulla tecnica e che mi lascia una mano libera per tenere il drink».

La Londra di Marco Sconocchia diventa incontestabilmente reale perché si trascina dietro tutta la vita tenuta nell’ombra dei nostri obiettivi da turisti. Spingendosi all’estremo si finisce per ritrovarsi nell’occhio del ciclone, dove niente è netto, tutto è interconnesso e non ci sono buoni e cattivi, giusti e sbagliati: ci sono esseri umani, inderogabilmente sbagliati, scoordinati. Reali, come gli effetti di una working class di cui ci ricordiamo solo nelle curve della storia, quando vota la Brexit, o quando insegna al resto d’Europa come l’integrazione non è un concetto retorico da applicare ma vita cruda, sporca, violenta, inevitabile.