I luoghi comuni

La realtà viene costantemente mistificata. Mal rappresentata. Come un flusso d’acqua, la realtà viene deviata, arginata da dighe, passata al setaccio, è sinuosa come il suo alveo: viene raccontata, interpretata, utilizzata, depistata. Ma l’acqua non si ingabbia, trova sempre il suo modo per arrivare a valle. Così la fotografia: le immagini possono essere studiate, pianificate, casuali o progettate, possono essere alterate o costruite, ma la sua essenza acquisisce sempre la strada di casa, dove per casa si intende la percezione dei nostri sensi.

Riaperture è un festival che parte dall’utilizzo di spazi cittadini non impiegati (o non impiegati nella dimensione fotografica) per indagare sull’energia di questi spazi e scoprirne il loro potenziale. Parte da una spinta geografica per arrivare alla fotografia, e ritornare a casa con un approccio diverso ai luoghi. Smascherarli delle sovrastrutture e togliere gli strati uno dopo l’altro. Che cosa rimane di uno spazio dismesso, se ci mettiamo dentro l’energia delle persone? Lo stesso vuole fare con la fotografia? Che cosa rimane se spogliamo il racconto e il soggetto inquadrato?

La prima edizione di Riaperture si prende a cuore i luoghi comuni. Parte dalla concezione astratta di un’idea, un valore, un giudizio o una situazione: una concezione assodata, cristalizzata, protetta dall’assenza di consapevolezza. Ma è veramente così? È davvero questo il suo valore? Riaperture prende i luoghi comuni per smontarli e farli a pezzi: nessuno si farà del male, ma molti potrebbero perdersi, e ritrovarsi dove non pensavano di poter arrivare. Indagare una realtà per svelarne i suoi autentici colori, dinamiche, relazioni: e rendere il luogo comune tutt’altro che scontato, ma ritrovarci una dimensione condivisa, che si va a toccare con mano, in spazi chiusi da anni. Vivere un’esperienza di riapertura sia fisica, nei luoghi scelti per esporre, sia surreale, nei luoghi comuni in cui si è persa la nostra consapevolezza. Essere consapevoli della realtà in cui fotografiamo, viviamo, amiamo.
Riaprire gli occhi, un’altra volta, forse, la prima volta.