L’idea, la scelta, la tutela: il lavoro del fotografo

C’è il momento dell’idea, la luce che si accende in testa, quando inizia a piovere da una fessura nel cuore e inizi a catturare ciò che vedi. L’idea diventa forma, impari a parlarci, cresce, prende corpo e la vesti secondo il tuo stile. Poi diventa grande, ne arrivano altre, dentro la macchina fotografica si affollano le tue immagini: e arriva il temibile momento di dover fare ordine. Peggio: dover scegliere. Costruirsi un’identità attraverso scelte: dolorose? Difficili? Sicuramente necessarie. Definire il proprio lavoro, far capire agli altri che tipo di fotografo si è. E quando si inizia a camminare, per andare lontano bisogna avere consapevolezza: di quello che si può e non si può fare, di come si tutela il proprio lavoro, di tutti quegli aspetti normativi che ci sembrano così lontano, da quel lampo nel cuore del momento dello scatto, ma indispensabili per far diventare un sogno, una professione.

Riaperture è il festival della fotografia che vuole mettere al centro di tutto i fotografi: con le loro mostre, ok, con i luoghi comuni che da tema diventano traccia e genesi dell’idea stessa del festival. Riapriamo luoghi nostri, spazi comuni perché fanno parte della comunità di una città, su cui riaccendere la luce. E lo facciamo smentendo con le storie i luoghi comuni che ci circondano. Sembra un gioco di parole, invece la faccenda è tremendamente seria. Porteremo a Ferrara undici progetti che nascono da una visione, una scelta, un approccio: sono undici storie, anche quando nelle foto non compaiono persone, perché sono undici idee, forme e scelte di altrettanti professionisti. Perché è questo che ci interessa, prima di tutto: la persona dietro e davanti la macchina fotografica. Le domande in chi osserva le foto esposte, le domande cui quelle foto tentano di dare risposta.

La liturgia di un festival di fotografia impone la presenza di workshop: quel momento in cui un professionista cerca di trasmettere le proprie conoscenze in un raggio limitato di tempo. Detto tra noi: l’impresa è quantomeno ardua. Ma il punto è un altro: è arduo ma non impossibile, e spesso si tratta di momenti irripetibili, illuminanti e fondativi, nella crescita professionale o amatoriale del proprio rapporto con la fotografia. Riaperture non si esime da questo momento sacro “da festival”: anche a Ferrara sono in programma tre workshop diversi, ma abbiamo cercato di dare carnalità a questo passaggio forse retorico di un festival. E quindi, tre workshop per tre momenti decisivi nella formazione di un fotografo.

Cocco-Munari-Stefanutti: la nostra filastrocca per coprire il cielo della formazione di un fotografo. Giovanni Cocco, che con il suo progetto Monia ha raccolto importanti premi e menzioni internazionali, partirà dall’idea per arrivare alla forma, affrontando la genesi di un progetto fotografico. Sara Munari scatta e insegna: è fotografa, è docente, vive di e per la fotografia. Ci spiegherà come si affronta l’imprenscindibile momento della scelta del portfolio, come si costruisce la propria identità visiva. E infine, uno scarto laterale: Massimo Stefanutti è sì fotografo, ma prima di tutto avvocato: si definisce il primo «photography lawyer» italiano. Dal diritto d’autore al consenso e alla privacy, offrirà la “cassetta degli attrezzi legale” per poter scattare con consapevolezza.

Questa è l’interpretazione degli workshop per Riaperture: tre personalità fotografiche diverse, tre approcci che insieme cercano di dipanare il lavoro del fotografo, quello che dovrebbe essere il vero centro di un festival di fotografia: a dirla così, sembra un luogo comune anche questo.