Monte Inferno

Monte Inferno

un film di Patrizia Santangeli

venerdì 13 aprile 2018
ore 21.00
Ferrara Off

ingresso con il braccialetto del festival

Monte Inferno è a Borgo Montello, al centro dell’Italia.
Il progetto è nato nel 2013 con l’intenzione di leggere in maniera diversa un posto condannato dalla cronaca e di farlo attraverso la ricerca della bellezza.
Cosa c’è di nuovo da raccontare su un cumulo di spazzatura come ce ne sono tanti nel mondo? Niente. La novità di questo progetto, nasce dalla voglia di mettere in gioco i propri sentimenti e ciò che di bello può generare il disagio della realtà e la voglia di trasformarlo in speranza. La frase che ha guidato quattro anni di lavoro è: Tra il bene e il male esiste un’intercapedine fatta di una materia vaga e sconfinata che a volte coincide con il sogno.

I fatti sono questi
Erano gli anni ’70 quando a Borgo Montello, centro Italia, iniziò l’accumulo di rifiuti, con gravi danni all’ambiente e alle persone. Le falde acquifere furono inquinate, così come il fiume Astura che costeggia il monte e arriva al mare. Il vento ha portato aria avvelenata nelle case di chi vive ai bordi della discarica e l’economia del luogo è stata danneggiata. Nel 1994 il pentito di camorra Carmine Schiavone dichiarò che alla fine degli anni ’80 furono interrati nella zona rifiuti tossici e nel 1995 venne ucciso, con le modalità tipiche della camorra, Don Cesare Boschin.

La proiezione si terrà venerdì 13 aprile 2018, ore 21, a Ferrara Off. Sarà presente la regista Patrizia Santangeli.

L’evento fa parte del programma del festival di fotografia di Riaperture: www.riaperture.com/festival/programma

Note di regia
“Se dovessi scegliere un suono per descrivere il documentario, non ho dubbi, sarebbe il silenzio. Come quando a scuola ci insegnano che la somma di tutti i colori alla fine è il bianco, così il silenzio riassume bene tutto ciò che ho sentito alle pendici di Monte Inferno.
Ho lavorato per sottrazione, per questo motivo ho avuto bisogno di tempo.
Avevo iniziato cercando tutte le informazioni sulla nascita, sulle vicende legali, le lotte intorno alla discarica, ma poi ho capito che quell’approccio non mi interessava. Troppo rumore per me. Allora ho messo in campo la voglia di cercare la bellezza, come faccio sempre nei miei lavori, perché è lì secondo me che abita la speranza, e ho lasciato andare le immagini cercando di trasmettere quello che sentivo e non solo quello che vedevo.
Il documentario per me è uno strumento di denuncia contro l’indifferenza di tutti noi. Monte Inferno è una discarica, ma potrebbe essere una guerra, una carestia, un fatto di cronaca o altro ancora. È una lesione di un diritto umano e questo dovrebbe far scattare la nostra solidarietà, perché siamo in tempi di condivisione e tutto riguarda tutti.” Patrizia Santangeli