Danilo Garcia Di Meo

Dove
Ex Istituto Case Popolari
via Garibaldi 1
Ferrara
mappa

Quando
venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 marzo
dalle ore 10.00 alle ore 19.00

What?

Ad Ambra viene diagnosticata la sordità a due anni. Cresce serenamente, ama disegnare, praticare sport e leggere. Accetta, però, con difficoltà la sua condizione: non ama sentirsi diversa e non si piace: “mi guardavo allo specchio, non mi piacevo, vedevo solo difetti”.

Si ritrova, così, in una relazione con un uomo violento che la umilia e l’annulla: “I primi mesi andò tutto bene, poi cominciò a insultarmi e più di una volta sono rimasta coi lividi sul collo, poi schiaffi, pugni, calci”.

Conosce, per caso, la kick boxing: “volevo imparare a difendermi da attacchi nel caso mi fosse ricapitata un’altra situazione di violenza fisica”. E’ una vera rinascita: comincia a prendersi finalmente cura di sé, acquisisce uno stile di vita sano e le vittorie la gratificano. Si libera dell’uomo che la maltratta.

Scopre anche un’altra passione: la musica techno, che con i bassi e le vibrazione la coinvolge profondamente.

Non si sente un fenomeno, come vorrebbe un certo stereotipo: “alla sordità non dò tanto peso. Mi ritengo come una qualsiasi altra persona normodotata, capisco meno i discorsi, non guardo TV e non sento la radio, ma finisce lì. Ho ampliato gli altri sensi, ho sviluppato una sensibilità per il dettaglio e la memoria fotografica”.

Non è inconsueta l’associazione tra sordità e sport da combattimento; altri atleti sono sordi: Mario D’Agata, sordomuto alla nascita, campione italiano nel 1953, d’Europa nel 1955, del mondo nel 1956 e nel 1957 o anche Giovanni Improta, considerato il più grande campione di kick boxer internazionale, quasi sordo totale. “Un giorno un amico che faceva sport da combattimento mi ha chiesto come io facessi a schivare e parare colpi. Lui, sul ring, prevede le mosse dell’avversario anche in base al respiro o al rumore prodotto dai suoi spostamenti; io invece lo guardo”.

Ambra, oggi, si definisce felice e soddisfatta. Ha intrapreso un percorso di consapevolezza e autonomia incontrando ostacoli che hanno forgiato la sua resilienza anche per i luoghi comuni che circondano l’essere donna, la condizione di sordità, il praticare un’arte marziale.

Bio

Danilo Garcia Di Meo nasce a Roma, dove attualmente vive e lavora.
Dopo il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti, dove si specializza in Grafica e Fotografia, frequenta Masterclass presso la Leica Akademie Italy a Milano con Marc De Tollenaere, a Roma presso Officine Fotografiche con il photo editor National Geographic Marco Pinna, e attualmente continua la sua formazione con Lina Pallotta.
Collabora con l’artista e fotografo Marcello Di Donato e, attualmente, come freelance con diverse Onlus, Associazioni e Festival per la realizzazione di reportage, soprattutto in ambito sociale.
Il reportage, il racconto di persone e luoghi, lo avvicinano alla fotografia sociale.
Nel 2011 espone presso la “21° International Istanbul Art Fair”.
Nel 2015 riceve il premio fotografico internazionale “I love my work” promosso da SNFIA Arte in collaborazione con AMREF con il progetto fotografico “Per amore e per lavoro”, prologo di “L’ipotesi di Martha – Storie felici di mestieri e desideri”.
Nel 2016 presenta il progetto “Letizia – Storia di vite non viste” presso il Perugia Social Photo Fest, vince il Gran Premio all’Andrei Stenin International Presso Photo Contest (concorso patrocinato dall’UNESCO), vince il primo e il secondo premio ai “Moscow International Fotography Awards” e il primo premio ai “Tokyo International Fotography Awards”
Ha esposto a Mosca (RU), Berlino (DE), Budapest (HU), Roma (IT), Città del Capo (ZA), Shanghai (CN), Ljubljana (SLO), Istanbul (TU), Krasnodar (Photovista) – RU, Indian Photography Festival – Hyberabad (IND).

È autore del reportage per AMREF Healt Africa su “Pinocchio Nero a Tor Bella Monaca”, documenta “Le donne del muro alto” nella sezione di alta sicurezza del carcere di Rebibbia femminile.

Nel 2017 espone a Bologna ed è tra i vincitori di “Slideluck – Naples”