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‘Autoritratti oggettivi’, quando il selfie diventa verità

Se doveste provare a raccontarvi senza metterci la faccia, ma usando gli oggetti della vostra vita, che cosa salterebbe fuori? Domanda mica da niente, quella che Silvia Meneghini ha posto ai ragazzi della scuola media Cosmè Tura di Ferrara, che si sono cimentati con il concetto di selfie, rimodulandolo. Così la fotografia diventa riflessione su sé stessi, bisogna svuotare lo zaino, la borsa, la propria stanza e mettere tutto in ordine. Poi ci ha pensato Alice Pandolfi, che ha curato insieme a Silvia ‘Autoritratti oggettivi‘, il risultato del laboratorio proposto per Riaperture 2018.

La mostra si presentava in una delle stanze di Casa Niccolini così: un’infinita sequenza di quadrati, di instagrammate che si potevano toccare (finalmente) messe in fila studente dopo studente, classe dopo classe. E come un’onda che lascia sulla spiaggia certi oggetti e se ne riprende altri, si potevano notare sfumature diverse tra età diverse. Non siamo qui per fare studi sociologici su due piedi, ma per accorgerci come da una semplice domanda si innesca la fotografia, beh, quello sì. È stata una piccola cosa buona, ‘Autoritratti oggettivi‘, una mostra semplice eppure intricata come i fili che i selfie più veri delle nostre facce in posa dipanavano tra di loro, una delle sorprese di Riaperture 2018.

foto di Maria Chiara Bonora, Eugenio Ciccone, Pietro Marino